In occasione della Giornata Internazionale della Donna, il gruppo Amnesty International di Verona, in collaborazione con Il Circolo della Rosa, ha organizzato una mostra di artiste, volta a sensibilizzare la popolazione veronese sul tema dei diritti violati delle donne. La mostra d’arte si terrà presso la sede del Circolo della Rosa (via Santa Felicita, 13 – Verona) nella settimana dall’1 all’8 marzo e sarà introdotta da una serata di inaugurazione programmata perdomenica primo marzo alle ore 18.00, durante la quale l’attrice Isabella Dilavello incarnerà La donna seduta al mio posto.
A partire dal 25 novembre, Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, la campagna Mai più violenza sulle donne di Amnesty International ha iniziato a lavorare sul rapporto tra donne, povertà e violenza. Uno dei concetti chiave che la campagna ha affermato sin dal suo lancio nel 2004 è che la violenza di genere colpisce donne di ogni etnia, età e classe sociale, siano esse istruite o analfabete, ricche o povere.
In merito alla questione povertà, ci si domanda perché le donne ne siano colpite in percentuali notevolmente più alte degli uomini. Le discriminazioni che subiscono appartengono, infatti, a diversi ambiti: dal lavoro all’accesso alle risorse economiche, all’istruzione, alla partecipazione ai meccanismi politici e decisionali. In questo contesto la violenza, che può considerarsi la forma estrema di discriminazione, rende la partecipazione alla vita civile ed economica ancora più difficile, incrementando il rischio di povertà.
Come ha dichiarato Thoraya Ahmed Obaid, direttrice dell’UNFBA, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, è chiaro che “non possiamo sconfiggere la povertà se non sconfiggiamo prima la violenza sulle donne”.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, il gruppo Amnesty International di Verona, in collaborazione con Il Circolo della Rosa, ha organizzato una mostra di artiste, volta a sensibilizzare la popolazione veronese sul tema dei diritti violati delle donne. La mostra d’arte si terrà presso la sede del Circolo della Rosa (via Santa Felicita, 13 – Verona) nella settimana dall’1 all’8 marzo e sarà introdotta da una serata di inaugurazione programmata per domenica primo marzo alle ore 18.00, durante la quale l’attrice Isabella Dilavello incarnerà “la donna seduta al mio posto”.
Le opere esposte, il cui ricavato sarà interamente devoluto ad Amnesty International, sono state gentilmente donate da una ventina di artiste (pittrici, fotografe e scultrici) provenienti da tutta Italia ed unite dal desiderio di rendere il nostro mondo libero dalle violazioni dei diritti delle donne.
Durante la serata, il gruppo Amnesty International di Verona sarà presente con un banchetto di raccolta firme relativi ai casi della Campagna Mai più violenza sulle donne di Amnesty International.
Espongono per Amnesty International: Borgiani, Carella, Collesei-Billi, Contreras, Dalli Cani, De Paolis, Iurilli-Duhamel, Franzìa, Frontero, Germani, Lume, Manzati, Perziano, Rizzuto, Ronchi-Solfrini, Terragnoli, Tramacere, Trevisan, Vada.
La donna seduta al mio posto
In scena una donna vestita in modo dimesso è seduta su un vecchio modello di poltrona da ufficio con le rotelle, una luce bassa le illumina male volto e corpo. Ha in mano una corda, un filo di lana, con il quale giocherella nervosa e tende ad annodarsi. Si muove con difficoltà in un continuo falso tentativo di sollevarsi dalla sua seduta, si guarda intorno cercando una posizione e un interlocutore. La sua voce è stonata, o troppo acuta o troppo grave. Più prosegue nel suo racconto, più sale in lei una sorta di rabbia che solo alla fine, quando sembra aver riacquistato il controllo di sé, si tramuta in disperazione.
La donna seduta al mio posto di Isabella Dilavello è il racconto di una persona che con furia e ironia svela se stessa, descrive le sue corde sempre più strette e abbraccia la sua “seduta”, rifugio, nascondiglio e prigione. Punta il dito su quanti, come lei, si sono abbandonati al desiderio di nascondersi al dolore, all’abbandono pur considerando il rischio di rinunciare a vivere e poi si permettono di giudicarla, ridicolizzarla e le vogliono imporre di essere diversa da come è per essere come gli altri pensano debba essere. È una donna che indugia nel desiderio di essere libera e l’indugio è il filo che la lega alla sua immobilità e alla sua prigionia. Possiamo considerare questo soliloquio una sorta di specchio, in cui riflessi ci sono i nostri timori, le nostre debolezze, quello che neghiamo di vedere. Le donne che non vogliamo vedere.
Amnesty International
Amnesty International è un’organizzazione non governativa indipendente ed economicamente basata sull’auto-finanziamento, fondata nel 1961, che si batte affinché ogni persona possa godere di tutti i diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Al fine di perseguire questa visione, Amnesty International svolge le cosiddette ‘Campagne’, raccogliendo firme e collezionando petizioni per fare pressioni sui governi, rendendo pubbliche le loro violazioni e inviando raccomandazioni sul rispetto dei diritti umani; promuove, inoltre, attività di sensibilizzazione con l’intento di educare ai diritti umani e prevenirne ed eliminarne gravi violazioni. Amnesty International costituisce una comunità globale di difensori dei diritti umani che si riconosce nei principi della solidarietà internazionale, di un’azione efficace in favore delle singole vittime, della copertura globale, dell’universalità ed indivisibilità dei diritti umani, dell’imparzialità ed indipendenza, della democrazia e del rispetto reciproco.